Sono circa 4
milioni gli agnelli uccisi ogni anno in Italia, tra quelli esportati
dall'Est Europa e quelli allevati sul territorio nazionale, e di questi circa
800.000 sono uccisi solo in questo periodo. Il consumo di carne ovina non è
particolarmente elevato in Italia durante il corso dell'anno e così succede
che, l'improvviso aumento del carico di lavoro nei macelli, renda le procedure
molto confuse e spesso capita che si salti la fase dello stordimento preventivo
all'uccisione obbligatorio per legge.
Separati dalla madre a soli 22 giorni di vita, stipati in camion in condizioni terribili, gli
agnelli affronteranno lunghi viaggi della morte per arrivare ai macelli dove,
terrorizzati dall'odore del sangue e dalle urla dei compagni, verranno
immobilizzati e legati insieme, «a mazzi», per le zampe anteriori e appesi per
essere pesati. Dopodiché, storditi con una scarica di corrente elettrica,
mentre alcuni di loro ancora si agitano coscienti, saranno sgozzati. La morte arriverà per dissanguamento. Dobbiamo immaginare
una folla di bambini, al di sotto dei due anni, che disperatamente cercano la
mamma e piangono senza conforto.
E’ la stessa Associazione Cattolici Vegetariani a
sottolineare nel proprio sito che “l'unico Agnello di Dio di cui dobbiamo
cibarci a Pasqua è l'eucaristia. La
tradizione dell'agnello non ha nessuna argomentazione teologica sostenibile,
innanzitutto perché la religione cristiana non è fondata sui sacrifici animali
che sono non solo inutili (cfr. Lettera ai Romani) ma addirittura crudeli e
sicuramente lontani dall'idea di amore e compassione verso ogni essere vivente”.
L’invito da parte degli attivisti di Veg in
Campania ad una riflessione su quanto accade a questi giovanissimi animali (ed
ovviamente non solo a loro) è rivolto a tutti, ma in particolare a chi, da
cristiano, ritiene di festeggiare una Pasqua di pace e misericordia e si
ritrova, ignaro o indifferente, a consumare un piatto che racchiude violenza e privazione del dono essenziale della
vita. L’obiettivo è quello di mobilitare l’opinione pubblica e spingere
sempre più persone a scegliere di non mangiare prodotti di origine animale,
perché festeggiare con un menù senza crudeltà significa salvare la vita a tanti
animali: il miglior modo per celebrare il rito della Pasqua.
(fonte: Presidio contro massacro Veg Campania)
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