venerdì 29 marzo 2013

CULTURA- IL FANTASMA DI LARGO CAMPO


“Il Fantasma di Largo Campo”
 di Rosanna Gentile

Spesso i luoghi antichi sono avvolti nel mistero intessuto di storie e leggende, vere o non vere, ma comunque pregne di incanto. Lasciarle scivolare nell’oblio della dimenticanza è una grave mutilazione all’identità di un luogo. Sono tante le storie della nostra tradizione che, per diversi motivi, non sono sopravvissute allo scorrere del tempo e all’evoluzioni culturali. Insieme a un esperto di miti e tradizioni salernitane, il sociologo Francesco Ranieri scrittore del fortunato libro “Taniamarina”, abbiamo rispolverato la leggenda d’amore e dolore di Raimondo, il fantasma di Largo Campo.
Ranieri, con l’ausilio di una docente universitaria di lettere, anni fa recuperò l’ormai dimenticata leggenda da “Il sole e la  rosa” di Guido Cataldo, che ha portato in salvo le favole e le memorie  tradizionali che sua nonna gli raccontava quand’era bambino.
"Antonella – ci svela Ranieri - era una bella e povera ragazza, solita recarsi alla fontana di Largo Campo per dissetarsi. Un giorno sbarcarono a Salerno in veste di guerra il re Ladislao e il suo fedele compagno Raimondo. Tra Antonella e Raimondo fu amore a prima vista ma, data l’estrazione sociale differente, erano obbligati a incontrarsi di nascosto. La fontana divenne il luogo dove i due si scambiavano promesse e baci segreti. Il re li scoprì e costrinse il suo compagno a tornare in guerra, mentre Antonella fu chiusa in un monastro di clausura. Di ritorno dalla guerra, il vincitore Raimondo poteva chiedere tutto ciò che desiderava. Quindi il re dovette acconsentire all’unione dei due giovani, ma il matrimonio doveva essere celebrato in gran segreto e di notte. La breve felicità del giovane fu spezzata dalla peste che costrinse a letto la regina Margherita, moglie di Ladislao, la quale in punto di morte rivelò a Raimondo di non aver sposato la donna amata, bensì la sorella gemella, Vanna. Raimondo, impazzito, corse a cercare ovunque la sua Antonella, ignaro che la peste l’aveva uccisa. Il fantasma di Raniero è condannato a vagare per i vicoli di Largo Campo nella disperata ricerca del suo grande amore. Il suo spirito dal 1404 non ha ancora trovato pace e, in passato, la gente del rione continuava a sentire la voce del guerriero chiamare Antonella”.
Alla affascinante leggenda si lega anche la filastrocca della rosa e del sole: “Tu sei la rosa e io sono il tuo sole. Ti do la vita e ti mando il mio amore. Se all’alba dolcemente un raggio mio ti sfiora, tu schiudi i petali e ti fai baciare/ Io sono la rosa/ e io sono il sole/ mi dai la vita/ e tu mi dai il sole/ se all’alba dolcemente un raggio mio ti sfiora/ io schiudo i petali/ e ti fai baciare/e quando il sole bacia la sua rosa/ il sole da la vita/ la rosa amore ”. La favola cantata è la storia dei due amanti di Largo Campo ed era famosa nella Valle dell’Irno, dove a recitarla erano le donne pronte al matrimonio. Si credeva che, una volta intonata avanti alla fontana, l’acqua cessasse di zampillare per lasciar scorrere solo sei gocce in memoria delle lacrime dei due innamorati.  


(Articolo scritto dalla giornalista Rosanna Gentile e pubblicato sul giornale quotidiano "Cronache del Mezzogiorno". Riproduzione riservata: citare la fonte)


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