Sigaretta elettronica: fumarla o non fumarla?
Il dubbio Amletico di
fronte ad un dispositivo nuovo è del tutto lecito, soprattutto se su di esso
ancora non esiste una regolamentazione e non sono state condotte ricerche ufficiali
per capire l’incidenza sulla salute. Non esistono, infatti, importanti studi
sugli eventuali effetti tossici derivanti dall'inalazione delle sostanza
contenute nelle sigarette elettroniche e quelle ricerche che esistono servono
solo a far vincere alla new entry il braccio di ferro con il tabacco.
Quando parliamo di E-CIG, intendiamo un dispositivo appunto
elettronico per inalare vapore di una
soluzione di acqua, glicole propilenico, glicerolo,nicotina (a
scelta) e aromi alimentari che darebbe la sensazione di inalare fumo (la stessa
che si prova quando si dà una boccata a una sigaretta, una pipa, un sigaro).
Il vapore
delle e-cig non avviene tramite combustione, ma grazie
ad un vaporizzatore e, di conseguenza, il rischio
cancerogeno è più basso per la mancanza dei residui dovuti a questo processo.
Infatti, a rendere micidiali le bionde è proprio il residuo di catrame e idrocarburi policiclici aromatici, legato al
processo di combustione. È anche vero, però,
che il dispositivo elettronico si serve di liquidi non ancora ben identificati.
Chi
sceglie di passare alla sigaretta elettronica, solitamente lo fa per ridurre o,
più di rado, smettere di fumare il tabacco tradizionale, trovando giovamento
anche economico, arrivando a un risparmio del 50% sulla spesa totale in un
anno.
Mentre i consumatori italiani tirano le somme sulla convenienza o meno delle e-cig, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiesto all’Unione Europea una regolamentazione su questi dispositivi, che, a suo dire, renderebbero vani gli sforzi di disincentivare la moda di fumare. A preoccupare il ministro è il fatto che le elettroniche possono essere fumate anche in luoghi altrimenti vietati, nati proprio per smorzare gli animi dei più accaniti fumatori.
Mentre i consumatori italiani tirano le somme sulla convenienza o meno delle e-cig, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiesto all’Unione Europea una regolamentazione su questi dispositivi, che, a suo dire, renderebbero vani gli sforzi di disincentivare la moda di fumare. A preoccupare il ministro è il fatto che le elettroniche possono essere fumate anche in luoghi altrimenti vietati, nati proprio per smorzare gli animi dei più accaniti fumatori.
Intanto
che la scienza e la politica chiariscano il dubbio iniziale, la soluzione
migliore resta quella di liberarsi da ogni dipendenza, tagliando i fili
psicologici che rendono schiavi i fumatori, sia di tabacco sia di vapore!
(Immagini dal web)
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/campania/2013/03/28/Vallo-Lucania-sigarette-elettroniche_8472900.html
RispondiEliminaI believe smok g-priv 2 kit is one powerful ecig starter kit, that produces more vapor than you'll ever need. On the other hand, it is quite a simple product as well, really easy to use. To sum it up, vandy vape pyro 24 rdta works great and lasts for a long time. Definitely our #1 pick and we vape it all the time.
EliminaNon capisco come sia possibile che nel 2013 non si possa ancora capire se i liquidi aspirati siano dannosi o no per la salute umana.
RispondiEliminaPenso ci siano forti interessi economici che occultano la verita'..
Il problema di alcuni liquidi riguarda l’inadeguata etichettatura di prodotti pericolosi. La nicotina sintetica liquida è molto pericolosa nei casi di ingestione o contatto con la pelle. La manipolazione del prodotto, ad esempio nel momento della ricarica di una sigaretta elettronica, è un momento critico per il quale è sempre consigliabile l’utilizzo di guanti protettivi in lattice, così come riportato nelle etichette di tali liquidi. Le principali società operanti in Italia nel settore della produzione di liquidi per sigarette elettroniche riescano a produrre giornalmente solo la metà fabbisogno giornaliero corrispondente a circa il doppio, per gli oltre due milioni di “svapatori” (fumatori di sigarette elettroniche) italiani. Questo fenomeno crea la necessità di acquistare i liquidi on line, dalla Cina o da siti che comunque commercializzino prodotti cinesi, ovvero di rifornirsi presso negozi specializzati che acquistino anch’essi con le stesse pericolose modalità, in quanto questi prodotti non offrono le garanzie che sono obbligatorie per la normativa vigente in Italia
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