martedì 9 aprile 2013

GALLERIA D'ARTE. Omaggio a Edward Weston


di Rosanna Gentile
                                                                                                   
“Ho realizzato questo disegno allo scadere dell’estate 2012.
Ero a pranzo con Miriam Mottola, una persona la cui amicizia mi accompagna da quando ho cominciato ad affacciarmi alla vita. Insieme, volevamo mettere appunto un progetto artistico e creativo, basato sulla realizzazione di una serie di disegni legati a un filo tematico preciso: il corpo umano nella sua forma più perfetta. E quando si parla di perfezione artistica non si può non pensare a Edward Weston. Uno dei fotografi della straight photography dei primi decenni del ‘900 che più mi affascina (a tal punto da dedicargli un paragrafo della mia tesi specialistica sulla Fotografia Erotica).
Così, presi dalla mia modesta biblioteca privata d’arte, un paio di testi, tra i quali c'era anche il manuale di una mostra del maestro. Scelsi lo scatto che avrei tradotto in   disegno. Miriam fece lo stesso. Ad ispirarmi fu un asciuttissimo torace in dinamica torsione, di quelle che evidenziano tutti i muscoli tipiche dei culturisti. Miriam, invece, sebbene spaventata dai piedi (disegnare le venature e i tendini dei piedi è un incubo!), scelse proprio la parte inferiore di un corpo nella medesima torsione del mio. 
I nudi di Weston, come del resto tutta la sua arte, sono estremamente complessi: per capirli bisogna inevitabilmente spiegare che in essi protagonista non è la carne, bensì la mutilazione, che trasforma il corpo nudo in forma audace. Un nudo senza testa, talvolta senza arti, viene percepito in maniera diversa ed insolita: il corpo cambia e turba. Affascinato soprattutto dalle forme e dai volumi, non c’era in lui alcuna intenzione di trasmettere erotismo. I suoi nudi sono essenzialmente celebrazioni della realtà, senza alterazioni o cambiamenti di nessuna sorte, ma semplicemente propongono la rivelazione del corpo umano, da intendersi come particella della natura. In natura, secondo Weston, le forme si somigliano e possono rivelare sé stesse attraverso l’obbiettivo fotografico. La metamorfosi dei nudi impersonali e decontestualizzati, diventano testimoni dell’analogia delle forme esistenti in natura. 
A parte i lunghi concettualismi tipici di noi storici dell’arte, nel giro di una settimana i nostri “pendant” furono pronti. Scegliemmo la stessa tecnica (carboncino nero) e lo stesso supporto, con le medesime dimensioni (cartoncino ruvido 50X70 cm). Le nostre prime due creature ci entusiasmarono a tal punto da pensare (la mente corre più veloce del vento) a una mostra.  
Il progetto, che battezzammo simpaticamente “Terry&Maggie”,  finì nel fondo di uno dei mille cassetti che ho nella mia testa, finendo per divenire un sogno da realizzare. Il disegno, invece, reale più che mai, è oggi incorniciato e decora una parete della mia casa”. (R.G.) 
                                                   







2 commenti:

  1. mi hai fatto ritornare la voglia...quasi, quasi mi metto a disegnare adesso....e chissà che non si realizzi anche il nostro"progetto"(mai dire mai) !!! ;)

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  2. stavo pensando la stessa cosa!

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