Il 20 novembre si celebra in tutto il
mondo il TDoR, il Transgender Day of Remembrance, una giornata
commemorativa delle vittime dell’odio, del pregiudizio e della discriminazione
trans fobica. L’evento viene introdotto nel 1998 su iniziativa di Gwendolyn Ann
Smith, un’attivista transgender, per ricordare Rita Hester, il cui
assassinio in Massachussets diede avvio al progetto web "Remembering Our
Dead", e nel 1999 a una veglia a lume di candela a San Francisco. Da allora,
ogni anno in diverse città si organizzano iniziative per ricordare le vittime
della violenza di genere.
1374 omicidi in tutto il mondo negli
ultimi quattro anni, secondo le stime del Transgender Europe’s Trans
murder monitoring project (il progetto europeo di monitoraggio delle
vittime transgender); 26 le vittime accertate in Italia nello stesso periodo,
un numero decisamente superiore a quello degli altri paesi europei, che fa
dell’Italia il secondo paese per numero di vittime in Europa dopo la Turchia.
Un numero che va considerato per difetto secondo le associazioni LGBT, perché
le vittime risultano essere molte di più. I dati, comunque, riguardano soltanto
i casi di omicidio, dimenticando tutte le vittime della violenza quotidiana
prodotta da pregiudizio, discriminazione, privazione dei diritti fondamentali
come quelli alla salute, allo studio, al lavoro. Una violenza che conduce in
tanti casi a gesti drammatici di cui queste statistiche non tengono conto.
“Noi – ha scritto in una nota Ottavia Voza, responsabile Arcigay dei diritti delle persone trans e presidente di Arcigay “Marcella di Folco” – vorremmo che questa fosse l’occasione per ricordare tutte le vittime, quelle private della vita da una mano assassina ma anche le vittime della discriminazione quotidiana che esclude dal mondo della scuola e del lavoro, dagli affetti, che nega benessere e dignità, erode pian piano l'entusiasmo e la fatica con cui le persone transessuali hanno riconquistato, tra mille difficoltà, sé stesse”. “Noi vorremmo che con maggiore incisività e maggiore consapevolezza si ricordasse che i crimini contro le persone transessuali e quelli contro le donne sono entrambi crimini di genere – sottolinea la Voza – conseguenza della violenza di genere, sessista e maschilista. Ogni commemorazione annuale rischia di diventare una stanca ripetizione rituale, quasi un atto dovuto, spesso interpretato come mera pratica per “mettersi la coscienza a posto”, se non riesce a far maturare la consapevolezza che queste vittime vanno ricordate ogni giorno, con l’obiettivo di costruire politiche e pratiche di inclusione e integrazione che salvaguardino il diritto alla autodeterminazione delle persone transessuali e la loro dignità di cittadine e cittadini”.
“Noi – ha scritto in una nota Ottavia Voza, responsabile Arcigay dei diritti delle persone trans e presidente di Arcigay “Marcella di Folco” – vorremmo che questa fosse l’occasione per ricordare tutte le vittime, quelle private della vita da una mano assassina ma anche le vittime della discriminazione quotidiana che esclude dal mondo della scuola e del lavoro, dagli affetti, che nega benessere e dignità, erode pian piano l'entusiasmo e la fatica con cui le persone transessuali hanno riconquistato, tra mille difficoltà, sé stesse”. “Noi vorremmo che con maggiore incisività e maggiore consapevolezza si ricordasse che i crimini contro le persone transessuali e quelli contro le donne sono entrambi crimini di genere – sottolinea la Voza – conseguenza della violenza di genere, sessista e maschilista. Ogni commemorazione annuale rischia di diventare una stanca ripetizione rituale, quasi un atto dovuto, spesso interpretato come mera pratica per “mettersi la coscienza a posto”, se non riesce a far maturare la consapevolezza che queste vittime vanno ricordate ogni giorno, con l’obiettivo di costruire politiche e pratiche di inclusione e integrazione che salvaguardino il diritto alla autodeterminazione delle persone transessuali e la loro dignità di cittadine e cittadini”.
ALL’UNIVERSITà DI SALERNO DOMANI LA
PROIEZIONE DI “STONEWALL”, L’INIZIATIVA DELLO SPORTELLO ANTIDISCRIMINAZIONE
In tale occasione, domani mercoledì 20
novembre, nella sede FLC CGIL (presso il palazzo del Rettorato) dell’Università
degli Studi di Salerno, nell’ambito delle iniziative promosse dallo Sportello
Antidiscriminazioni riattivato da Arcigay “Marcella Di Folco” nel campus di
Fisciano, verrà proiettato il film Stonewall, del regista
britannico Nigel Finch, che ripercorre le settimane precedenti ai
Moti di Stonewall del 1969, che portarono alla nascita del Movimento di
Liberazione omosessuale. Il film ricostruisce le vite di alcune persone gay e
transessuali newyorkesi e le molestie che subiscono da parte della polizia allo
Stonewall Inn, il locale in cui si muovono i protagonisti del film.
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