Domenica 15 settembre alle ore
18.30, a
Palazzo Pinto, sede della Pinacoteca
Provinciale, in via Mercanti 63 di Salerno,
sarà inaugurata Rabbia e silenzio,
la personale di arte visiva di Vincenzo Vavuso, che rimarrà esposta fino al 5 ottobre dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19. L'evento
rappresenta la prima tappa di un cammino itinerante che porterà la mostra in
numerose città d’Italia, a cominciare da Roma
(dal 14 ottobre al 31 dicembre presso la Galleria d’Arte Contemporanea). L'esposizione si avvale del patrocinio dell’Amministrazione
provinciale di Salerno e della presentazione critica del professor Angelo Calabrese, che ha curato anche
la realizzazione del catalogo.
Vincenzo Vavuso, salernitano di adozione ma
casertano di origine, si è fatto notare negli ultimi anni sia come autore di
libri (La pittura espressione di noi
stessi, excursus attraverso la pittura campana dell’Ottocento e di inizio
Novecento) sia, soprattutto, come pittore creativo.
Le opere di questa esposizione d’arte, pittosculture materiche con inserimento di oggetti reali della vita
quotidiana (scarponi, lenti, seghette, libri, perfino un water), vogliono
comunicare un forte senso polemico contro la degenerazione morale e culturale
che imperversa in questa società disorientata ed egemonizzata da potentati
economici che ne svuotano l’anima. Le creazioni di Vavuso sono, perciò, caratterizzate da bruciature, squarci, lacerazioni, rotture e
portano i segni della Cultura, dell’Arte, della stessa Dignità umana,calpestate, schiacciate, stritolate,
umiliate. Sono forme parlanti
finalizzate alla forza del simbolo. Un simbolo incisivo, concreto, che
induce prima alla rabbia della coscienza, poi al silenzio della riflessione che
prelude alla protesta: e quindi può tracciare la strada di un cammino fecondo
verso una salto di qualità. Lo spiega chiaramente lo stesso Vincenzo Vavuso
in un suo documento programmatico: “Il mio grido di delusione, di
rabbia, di dolore, vuole essere un grido di amore e di speranza verso
ciò che potrebbe essere e che invece è nascosto e soffocato dalla polvere”.
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