mercoledì 30 ottobre 2013

Bruxelles e Venezia vogliono le Luci di De Luca

"Luci d'Artista è ormai diventato un evento culturale ed economico di rilievo nazionale ed internazionale - ha dichiarato il Sindaco De Luca - Le navi da crociera hanno prolungato la stagione fino a dicembre per permettere ai turisti di visitare la città in questo periodo. Abbiamo richieste di gemellaggi da Bruxelles e da Venezia. E ancora, anche quest'anno per l'occasione Trenitalia ha potenziato le corse dei Frecciarossa da Milano a Salerno. Alberghi e b&b, in città e in provincia, fanno già registrare il tutto esaurito. Attendiamo, inoltre, nel week end inaugurale 20 tour operator nazionali, che promuoveranno l'evento e la città di Salerno in Italia e all'estero. Tutto questo testimonia l'ormai avvenuto consolidamento di una economia turistica. Ed inizia anche a maturare tra gli operatori una cultura di sistema, che porta all'ideazione di proposte e canali informativi unitari. Dobbiamo lavorare ancora in questa direzione, perché non tutte le istituzioni sono ancora sintonizzate. Con le nostre sole forze, eccezion fatta per un probabile contributo della Camera di Commercio, sosteniamo l'evento turistico più importante della Campania e del Sud Italia, che darà serenità e respiro ai comparti economici più direttamente interessati, non solo in città ma in tutta la Provincia".

(fonte: ufficio stampa Comune di Salerno)

"Neve di primavera", fiori, ciliegi, donzelle botticelliane: uno scoppio di colori, luce e creatività.

di Rosanna Gentile

Salerno s’illumina di colori e fantasia con “Neve di primavera”. Parte anche quest’anno Luci d’Artista, l’evento che ha reso celebre la città di Salerno. L’interruttore verrà pigiato venerdì 1° novembre, alle ore 17:00, ma già da giorni è stato possibile ammirare, in versione bianco e nero,  i temi 2013/2014. Fedele alle passate sette edizioni, “Neve di Primavera” s’incentrerà sulla decorazione floreale che, tra ghirigori e fiori realizzati con materiale riciclato, drappeggerà tutto il centro storico cittadino, sino a scoppiare di creatività nella vicina Villa Comunale. Qui, il "Giardino incantato" inizierà una progressiva trasformazione per giungere alla raffigurazione degli abissi marini. L’effetto novità si concentrerà in Piazza Flavio Gioia in cui ha preso vita uno scenografico inno a Sandro Botticelli e ad una delle sue opere principali: la Primavera. Allora ecco che danzanti fanciulle, di lontana ispirazione pittorica botticelliana, fluttuano lungo i curvilinei perimetri dei palazzi della “Rotonda”, tra macchie di verde, alberi e fiori luminosi. E sono proprio le fioriture tipiche della primavera, come il ciliegio, a rendere speciali altri angoli della città. Altra novità di questa ottava edizione: Luci d’Artista rallegreranno anche il mare. Compariranno, infatti, alcune figure sulla scogliera nei pressi di Piazza Cavour. Non mancheranno, come di consueto, le opere di artisti della luce, come il “Mito” di Nello Ferrigno sarà collocato in via Velia, “Cyrcus” di Luca Pannoli illuminerà via Diaz e strade limitrofe. Con l’avvicinarsi delle Natale, prenderanno posto anche le tradizionali istallazioni a carattere più squisitamente natalizio, come “Giardino d'Inverno”, l’albero di Natale, gli angeli e la slitta di Babbo Natale con tanto di renne.

(immagine fonte web)

venerdì 25 ottobre 2013

La vita “nonostante tutti”


  di Angela Avallone

E’ novità  di questo secolo l’apertura della società nei confronti del mondo della disabilità: che sia vera o di facciata non sta di certo a me giudicarlo.
Ma c’è una cosa,tra le tante,che mi infastidisce e mi esaspera oltremodo.
Vedo di continuo persone “normodotate” complimentarsi con chi vive una condizione diversa dalla propria.
Mi diverto ad osservare le espressioni stupite di chi apprende che anche i diversamente abili possono fare sport,neanche si stesse parlando di una spedizione sulla luna.
Non capisco. Non capisco perché ogni cosa per altri normalissima,fatta da noi diventa qualcosa di impensabile e straordinario.
Non capisco perché al concetto di disabile si associ sempre quello di una vita vuota,passiva: senza obbiettivi ne sproni. Come se tutto finisse bloccato a quei quattro pezzi di ferro che ci tengono le gambe
Mi piacerebbe vivere in un mondo che riesca a considerarmi normale,non straordinaria. Ne forte: non sono mai stata forte e non lo sarò mai,nessuno lo è abbastanza per la vita in generale: che sia su due ruote o su due piedi.
Non credo si tratti di forza,semmai si può parlare di rispetto per la vita e  per se stessi.
Di voglia di vivere. Ecco: un’altra cosa  che odio.
Quando si parla di quelli come me..a seguire  la frase “voglia di vivere “ c’è sempre quella cazzata di “nonostante tutto”.
Io non ho mai capito precisamente questo tutto cosa contenga. Spiegatemelo,se ci riuscite . Io non ho niente che mi fermi,se non il fatto di vivere in una società finto- comprensiva e assurdamente ignorante.
Quindi,visto che le uniche cose che mi ostacolano  in concreto,sono le persone trasformerei volentieri quel tanto rimarcato “nonostante tutto” in uno scomodissimo “nonostante tutti”
Non sono io il problema,sono gli altri.
E vi prego: se vi trovate a gestire iniziative mirate nel campo della disabilità evitate di farlo apparire come un gesto caritatevole e misericordioso  (di certo non vi assicura il paradiso), provate semplicemente a pensare di stare rispettando questa frase:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

 Art. 3,Diritti Fondamentali,Costituzione Italiana: una scartoffia di cui sicuramente avrete sentito parlare una  volta nella vita.


mercoledì 23 ottobre 2013

Arte. Oltre Salerno. “RODIN, IL MARMO. LA VITA”, Palazzo Reale di Milano

di Rosanna Gentile 

 Nella monumentale Sala delle Cariatidi, al piano nobile di Palazzo Reale a Milano, è stata allestita una mostra unica nel suo genere: “Rodin. Il marmo, la vita”.
Dedicata ad Auguste Rodin (Parigi 1840 – Meudon 1917), che con Michelangelo è uno dei più grandi rivoluzionari della tradizione plastica moderna, l’esposizione vanta un corpus di oltre 60 opere.
Erotismo, classicismo, maturità e non finito: i fili conduttori che accompagnano il visitatore nel viaggio artistico promosso e prodotto dal Comune di Milano, tra il candore del materiale e la profonda espressività dei soggetti ritratti.
Nelle opere di Rodin, il marmo prende vita e, quindi, diventa forma, corpo e sensualità. 

Come “Il bacio”, il gruppo scultoreo raffigurante due amanti (che poi sono Paolo e Francesca, la cui vicenda è narrata nel V Canto dell’Inferno di Dante) immortalati nell’atto amoroso del bacio. L’opera, al tempo in cui fu generata (1886),  fece molto parlare di sé, scandalizzando per la carica erotica dei due corpi nudi, legati in un abbraccio per nulla ingenuo. Da quel lontano anno, superato lo stupore iniziale, Il Bacio di Rodin non ha mai smesso di far innamorare di sé. Di fronte ad essa, lo spettatore rischia di sentirsi l'estraneo di troppo...  


La mostra, inaugurata lo scorso 17 ottobre, resterà aperta fino a gennaio 2014.

Giovedì 24 ottobre 2013, Teatro Ghirelli, "Natale in casa Cupiello" di Eduardo De Filippo, nella singolare versione «assolo» di Fausto Russo Alesi


 “Tommasi’, te piace’ ‘o Presebbio?” è una battuta leggendaria, cucita addosso al viso scavato di Eduardo De Filippo. Ora è un intrepido Fausto Russo Alesi ad avventurarsi, in solitaria, alla scoperta di Natale in casa Cupiello, in scena da giovedì 24 ottobre 2013 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 27) al Teatro Antonio Ghirelli di Salerno.
In solitaria, sì, perché è solo lui a dare la voce a tutti i personaggi di questa famosissima commedia, ironica e amara, in cui tutti sono incapaci di parlarsi apertamente e vivono, nonostante l’ombrello familiare, nella più totale solitudine.
Presentata dal Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, l’opera principe, e comunque tra le più note di Eduardo De Filippo, conosce oggi un adattamento del tutto singolare, impegnativo e al limite dell’assurdo,
Impresa faticosa, ma non impossibile, nata nell’attore da una particolare lettura del testo, magica partitura musicale di parole di cui questa recitazione solitaria rivela sfumature poetiche e note profonde di un’umanità dolente.
Fausto Russo Alesi interpreta Luca e Concetta Cupiello, i due figli Ninuccia e Tommasino, lo zio Pasqualino, Nicolino marito di Ninuccia, Vittorio amante di Ninuccia, il portiere Don Raffaele e il medico che nell’ultimo atto visita Luca in fin di vita: un pullulare di solitudini che, pur vivendo a stretto contatto, non riescono a dialogare e si esibiscono in dolorosi ed esacerbati monologhi quasi monadi di leibniziana memoria.
Di grande attualità il tema dell’incomunicabilità, che ha attraversato dolorosamente il secolo scorso, diventando protagonista di tutti gli aspetti della cultura che riguarda l’incontro/scontro generazionale, e potenzia la rete d’incomprensioni, gelosie, ambiguità, trasgressioni che creano un mondo finto in cui la verità non traspare.
«Nella famiglia di Luca Cupiello – spiega Alesi – il flusso di parole e di emozioni si è interrotto, si è creato un vuoto: non si dialoga più, si monologa. Ragionamenti che mi hanno indotto a questa rilettura ardita e attuale, in cui si rappresenta una “moltitudine di solitudini” e in cui cerco di restituire, ad ognuna, corpo, voce, dramma».
Vedremo allora il giovane Fausto dibattersi in scena fra interlocutori inesistenti, girare il capo più volte, di qua e di là, come a cercare di comunicare con i corpi immaginari di Concetta, Tommasino, Ninuccia, che, solo con la sua fisicità, crea davanti ai nostri occhi le stanze, gli intrecci, gli ambienti, l’universo di Luca Cupiello. E in questo universo si rende conto di essersi perso.
Un’immortale tragicommedia, significata da una scenografia scarna e asciutta dalla forte valenza metaforica, che al disvelamento della verità si trasforma in dramma.



Da giovedì 24 a domenica 27 ottobre 2013
Salerno, Teatro Ghirelli

Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
presenta

Natale in casa Cupiello
di Eduardo De Filippo
adattato, diretto e interpretato da Fausto Russo Alesi

scene Marco Rossi
luci Claudio De Pace
musiche Giovanni Vitaletti

Durata della rappresentazione 100’ circa, senza intervallo



 (fonte Cinzia Ugatti)

Maremoto, io non rischio! A Salerno, esercitazione Twist.


Prenderà il via giovedì 24 ottobre l’esercitazione internazionale sul rischio maremoto organizzata a Salerno, nell’ambito del progetto europeo Twist - Tidal Wave In Southern Tyrrhenian Sea finanziato dalla Commissione Europea, dal Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con la Regione Campania, in collaborazione con Prefettura e Provincia di Salerno. 
L’esercitazione è stata presentata alla stampa stamane, 23 ottobre alle ore 10.30, presso la sede della Prefettura di Salerno, alla presenza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, del Prefetto di Salerno, Gerarda Maria Pantalone, del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, dell’Assessore alla Protezione civile Regione Campania, Edoardo Cosenza, e del Presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone. Twist, che si svolgerà dal 24 al 27 ottobre nel salernitano, si pone l’obiettivo di testare le sinergie per una efficace gestione dell’emergenza in caso di maremoto, incrementare la consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni su questo rischio, esercitare le strutture operative nazionali e internazionali nei diversi scenari emergenziali. 

Così il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca:
"È un evento di particolare importanza per il nostro territorio. Chiedo il sostegno di tutti affinché si riesca a trasmetterne piena consapevolezza ai cittadini. Saranno giornate di intenso impegno, dalle quali cercheremo di ricavare il massimo in termini di operatività e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, nella convinzione che iniziative come questa sono un'occasione di crescita e non certo terrorismo psicologico nei confronti dei cittadini. Mi auguro che da questo evento possa partire anche una sollecitazione al governo nazionale. Sui temi della Protezione Civile sono necessarie solidarietà e unità nazionale. Sono temi sui quali è necessaria la programmazione, non si può ragionare solo in termini di emergenze. Le modalità operative della Protezione Civile non possono che avere il carattere della straordinarietà, pena l'impotenza del dipartimento e, di conseguenza, dei cittadini. Questo evento sia anche un'occasione per una seria riflessione su un tema di grande complessità quale quello dell'abusivismo nelle zone a rischio. Ma, soprattutto, sia un'occasione per lanciare un monito: è questo il campo in cui non è possibile operare tagli. Ancora oggi abbiamo stanziamenti assolutamente inadeguati per la salvaguardia dell'assetto idrogeologico del territorio e persino per la manutenzione ordinaria delle strade”.

Per informazioni sulla campagna nazionale:
Dipartimento della Protezione Civile - Ufficio Stampa
tel. 0668202407; 0668202373
email: ufficio.stampa@protezionecivile.it


Per informazioni sulle piazze specifiche:
Nucleo di Protezione Civile Comune di Salerno
Monica Tortora
Cell. 328 / 7417571
email: monicatortora88@gmail.com

Manuel Trucillo
Cell. 327 / 3344528
email: manueltrucillo@virgilio.it

(fonte notizia: uff. stampa Comune di Salerno)


martedì 22 ottobre 2013

Rubrica “La cucina del Viaggiatore” - Una ricetta che può creare dipendenza : gnocchi di patate al tegamino con mozzarella filante


Il Viaggiatore - da Viaggi Culinari.it 

Vi avviso: una volta che provate questa ricetta non potete tornare più indietro. Se li preparate per i vostri figli avvertiteli: questi gnocchi non li mangerete mai più da un'altra parte! Sarò esagerato? Non credo, fidatevi! La materia prima per la resa ottimale di questo piatto è assolutamente indispensabile. Ho avuto la fortuna di utilizzare prodotti a chilometro zero e assolutamente biologici, ma anche al supermercato potrete trovarli di alta qualità. Bando alle chiacchiere ed eccovi la ricetta per quattro persone.

Ingredienti:

350 gr. di patate (io ho usate quelle a pasta gialla)
1 tuorlo
125 gr. di farina 00
25 gr. di fiocchi di patate (quelli per il purè)
sale qb
mozzarella
parmigiano reggiano
due confezioni di pomodori pelati biologici
1 spicchio d'aglio
basilico fresco

Preparazione:
Lessate le patate, sbucciatele e lasciatele raffreddare. Nel frattempo preparate il sugo facendo soffriggere uno spicchio d'aglio in camicia e aggiungete i pomodori e infine il basilico spezzettato a mano.

Ora preparate gli gnocchi: unite le patate alla farina e ai fiocchi, poi salate e solo alla fine aggiungete il tuorlo d'uovo. Tenete presente che la massa sarà molto morbida e magari aggiungete un pò di farina se la trovate leggermente umida. Mettetela in una pellicola trasparente da cucina e fatela riposare una mezz'ora. ora procedete a dare la forma degli gnocchi. Dividete l'impasto in quattro e poi realizzate dei filoncini che andrete a tagliare dando la forma ai vostri gnocchi. Portate ad ebollizione abbondante acqua salata, calate i vostri gnocchi e dopo circa quattro minuti scolateli . Mescolateli con la vostra salsa di pomodoro e aggiungete abbondantissimo parmigiano reggiano grattugiato. Riempite i vostri cocci di terracotta aggiungendo all'interno la mozzarella tagliata a cubetti. Concludete spolverizzando con parmigiano e ancora mozzarella. Mettete i vostri cocci in forno caldo a 200° con grill acceso per circa 5/7 minuti, in modo tale che si formi la crosticina. Nella lista degli ingredienti non ho messo la quantità di mozzarella e parmigiano perchè vi lascio la libertà di abbondare qualora ne siate ghiotti! Non ne potrete più fare a meno, buon appetito!

mercoledì 16 ottobre 2013

Teatro. "Le voci di dentro" di Eduardo al Teatro Verdi, con la regia di Servillo

La stagione di prosa 2013/2014 del Teatro Verdi di Salerno, prenderà il via domani, giovedì 17 ottobre, con "Le voci di dentro" di Eduardo De Filippo, con la regia di Toni Servillo.


Lo spettacolo. “Le voci di dentro”, da giovedì 17 a domenica 20 ottobre.

Dopo la lunga tournée internazionale della Trilogia della villeggiatura di Goldoni, Toni Servilo torna alla lavoro sulla drammaturgia napoletana e in particolare all’amato Eduardo, a dieci anni di distanza dal successo di Sabato domenica e lunedì.
“Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare. E’ inoltre l’autore italiano che con maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena. Affrontare le sue opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e sull’interpretazione. Il profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico, replica dopo replica.”
“Le voci di dentro – continua Toni Servillo - è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico. L’assassinio di un amico, sognato dal protagonista Alberto Saporito, che poi lo crede realmente commesso dalla famiglia dei suoi vicini di casa, mette in moto oscuri meccanismi di sospetti e delazioni. Si arriva ad una vera e propria “atomizzazione della coscienza sporca”, di cui Alberto Saporito si sente testimone al tempo stesso tragicamente complice, nell’impossibilitò di far nulla per redimersi. Eduardo scrive questa commedia sulle macerie della seconda guerra mondiale, ritraendo con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire. E ancora oggi sembra che Alberto Saporito, personaggio-uomo, scenda dal palcoscenico per avvicinarsi allo spettatore dicendogli che la vicenda che si sta narrando lo riguarda, perché siamo tutti vittime, travolte dall’indifferenza, di un altro dopoguerra morale.”
Una folta compagnia di attori napoletani di diverse generazioni affiancherà in scena Toni Servillo, a partire dal fratello Peppe, nel ruolo di Carlo Saporito, il fratello del protagonista.

(fonte: uff. stampa Comune Salerno)


Cronaca di un naufragio.

Rosanna Gentile

Ci vuole coraggio a lasciarsi alle spalle la propria terra. Anche se a volte il coraggio è semplicemente necessità. 
Noi non possiamo veramente comprendere, perché ancora non si è toccato il fondo; perché, comunque sia, un pezzo di pane lo troveremo sempre; perché in strada, da noi privilegiati, non c’è il pericolo di morire sparati da un vicino disperato o spegnersi per una lunga ed eterna guerra che si chiama fame

No, non è vita una vita fatta di miseria e di polvere.

Incertezza. Quanta incertezza nei cuori di quelle persone, quando ponderano la possibilità di dare una svolta alle proprie esistenze, perché nutrono il diritto, o meglio il sogno, di avere anche loro un posto nel mondo in cui mangiare, bere, amare, lavorare, crescere un figlio e vivere. Non è mai una scelta facile e non lo è neanche per loro. 

Perché il mare di notte può fare davvero paura 

Speranza. L'alternativa è possibilità. 
Sono certa che prima di partire qualcuno di loro ha tremato. 
È capitato anche a me, quando ho preso un aereo o una nave per un viaggio: il mio cuore ha vibrato. Perché c’è sempre un brivido di insicurezza quando si lascia la propria casa con una valigia in mano. Eppure i nostri sono viaggi diversi.

Il barcone parte. Ammassati per un tempo che sembra infinito, come oggetti in un baule, in condizioni assolutamente disumane. Nessun movimento. Solo occhi che si scrutano, cercando in uno sguardo la certezza d'aver fatto bene. 
E poi...

Qualcosa va storto: 
la folla schiaccia, il mare risucchia. 
La mamma stringe al petto il proprio bambino, chiedendogli perdono per averci provato...

A distanza di giorni, la tragedia di Lampedusa ha smesso di ripetersi in continuazione, eppure proprio oggi ho davanti agli occhi le immagini di corpi che galleggiano in mare privi di vita, senza più speranze alle quali aggrapparsi e, per molti di essi, senza neppure un nome da scrivere sulla bara. 

Fa male vedere un simile ridursi così: come si può non soffrire di fronte a quelle scene o al ricordo di esse? Ma soprattutto, come si può dire “stupidi loro che continuano a viaggiare in quelle condizioni”? 

In questi giorni ne ho sentite e lette di tutti i colori, da gente di cultura ed estrazione sociale differente. 

Troppo facile giudicare dal comodo divano di casa con un telecomando in mano, che ci dà il potere di cambiare canale e girare la faccia. 

Sono arrabbiata perché molti in cuor proprio pensano che quella gente non aveva alcun diritto a cercare riparo in un nuovo mondo. Nessuno si concentra sulla casualità della vita, che ha spinto una famiglia a impiantarsi in un luogo piuttosto che altrove, generando generazioni di gente che casualmente calpestano una terra piuttosto che un'altra. 

Ognuno è libero di pensarla come gli pare, sia chiaro, purché sia un pensiero cosciente, ragionato e basato sulle coordinate di umanità e uguaglianza, che dovrebbero guidare i nostri pensieri verso un senso di appartenenza fatto di sangue e ossa. 

In fondo, siamo tutti fratelli, nel senso più laico del termine, perché ospiti della stessa Terra, che ancora ci sopporta.

mercoledì 9 ottobre 2013

Teatro Antonio Ghirelli di Salerno Giorni Felici di Samuel Beckett. In scena la poetica e, insieme, tragica rappresentazione del senso della vita


Prenderà il via giovedì 10 ottobre 2013 alle ore 21.00, al Teatro Antonio Ghirelli di Salerno, la stagione teatrale 2013/2014 della Fondazione Salerno Contemporanea, con Nicoletta Braschi e Roberto De Francesco protagonisti dell’anteprima di Giorni Felici di Samuel Beckett, traduzione di Carlo Fruttero, il cui debutto, in prima nazionale, è programmato il 22 ottobre per l’inaugurazione della stagione del Teatro Stabile di Torino.
Per l’allestimento del capolavoro beckettiano, diretto da Andrea Renzi, la Braschi, insieme a De Francesco, “accoglie” la sfida estrema lanciata dall’autore all’arte dell’attore. In un inesorabile percorso di riduzione ai minimi termini del linguaggio teatrale, Beckett condanna Winnie e Willie, i due personaggi del dramma, non solo all’impossibilità di un vero dialogo ma addirittura all’immobilità, in un’insensata alternanza di scene, cuore di una straordinaria esplorazione della vita ai margini della follia.
La protagonista, all’inizio della pièce già sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, parla incessantemente rivolta al marito, che dal buco in cui vive, dietro di lei, emette monosillabi e legge citazioni dal giornale: mentre la sabbia inghiotte i loro corpi, Winnie professa il suo ottimismo, accarezzando la rivoltella che tiene in mano.
“Dalle sponde inquiete di questo terzo millennio, dopo la felice esperienza di Tradimenti di Harold Pinter, - scrive Andrea Renzi - torniamo a confrontarci con uno dei maggiori testi contemporanei, che appartiene di diritto al canone del teatro e dell’arte del secolo breve. Il deserto di Winnie e Willie cosa ci dice del nostro tempo di cambiamento? Le buone maniere, le vecchie abitudini, le citazioni dei classici, la borsa di Winnie con lo spazzolino e il rossetto e il cappellino sono un mondo riconoscibile? Le loro parole sono ancora umane?”
Gli scambi verbali fra i due proseguono senza sosta, apparentemente banali, in quelli che, sempre in apparenza, dovrebbero essere momenti di normale serenità, mentre la sabbia li ricopre inesorabilmente. Altro che giorni felici, quelli scritti da Samuel Beckett per i due protagonisti di uno dei suoi capolavori di teatro dell’assurdo: metafora di quell’esistenza umana che lasciamo scorrere senza farci troppe domande, liberi sì, ma solo in apparenza.
“Beckett è ancora il regista di Giorni felici – aggiunge Renzi - e noi, stretti nel terreno come Winnie, facciamo ricorso a tutte le nostre risorse, a tutte le benedizioni travestite, per intrattenerci a lungo e ancora con la relazione vitale che più amiamo: il teatro”.
L’allestimento, presentato da Melampo/Fondazione del Teatro Stabile di Torino, si avvale delle luci di Pasquale Mari, le scene e i costumi di Lino Fiorito, il suono di Daghi Rondanini.

(uff. stampa Teatro Ghirelli - Salerno)


LIBRI- Settantasette poesie del salernitano Avino per raccontare le sfumature dell'anima.

SCHEDA LIBRO:
"Angusti Corridoi": è una raccolta di 77 poesie. E' l'esordio letterario del salernitano Lino Grimaldi Avino, Edizioni Ripostes. 
La copertina e i due disegni all'interno sono opera dell'autore.

Dalla prefazione di Dario Bove:
"Lo scrittore non vuole narrarci un evento epico o trobadorico. Non vuole distrarci con storie fantastiche di romantici cavalieri. Vuole condurci con lui, come degli equilibristi, lungo un filo, tenendoci per mano, e mostrandoci il suo animo. Starà alla nostra abilità di lettori tenerci in piedi lungo il cammino." 

Recensione di Marzia Manca:
"Angusti corridoi" che non si possono "attraversare" secondo una logica... ma andando avanti ed indietro, seguendo la casualità del proprio istinto, scoprendo ogni volta un "corridoio" diverso.
Solitudine, amore, disperazione, gioia, passione, tristezza... tutte le nostre emozioni racchiuse in questo discreto libricino che entra nei cuori in punta di piedi. Ho conosciuto prima le poesie e poi il poeta... che dietro due occhi verdi intensi nasconde una profonda sensibilità.
Pagina dopo pagina, l'apparente semplicità delle parole mi hanno permesso fare miei i suoi pensieri o le sue emozioni. Raggiungere l'anima di chiunque, questo è il suo più grande pregio! Non è con un giro di parole contorte che egli esprime la propria passione ma con "un fremito - che - parte lungo la schiena, per incontrare un desiderio, un bisogno, un'incessante angoscia, è l'istinto che cerco di fermare per assaporare quel momento" (da "L'istinto"). Chiunque abbia provato desiderio non può non ricordare un tale fremito...
E' ovvio, che i sentimenti che hanno portato lo scrittore a scrivere ognuna di queste poesie difficilmente saranno li stessi che porteranno ogni lettore a leggerle ma chiunque, sono certa, secondo l'emozione del momento, non potrà non specchiarsi in una di esse...

(fonte Angusti Corridoi - FB fanpge)

martedì 8 ottobre 2013

ARTE - MOSTRE ...le tre da non perdere!

di Rosanna Gentile 
Roma, Firenze e Pisa: sono loro le città che inaugurano le mostre più interessanti d'autunno! 
In queste ore il MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) sta pubblicizzando nove mostre che apriranno i battenti nel mese di ottobre, proprio in questa settimana e in varie città della penisola. Tra queste, ho selezionato le 3 da non perdere. Si tratta di esposizioni che oscillano tra letteratura e arte, con un'attenzione particolare alle specifiche personalità, che, con il loro protagonismo, hanno dato un contributo essenziale alla storia mondiale: Boccaccio, Warhol e Cleopatra. Tempo per visitarle c'è, considerando che i riflettori si spegneranno al principio dell'anno venturo. Quindi, non vi resta che fare la valigia e trascorrere tre weekend in tre splendide città italiane, all'insegna delle mostre di qualità. 

BOCCACCIO AUTORE E COPISTA - Firenze
Biblioteca Medicea Laurenziana, dal 11 ottobre al 11 gennaio 2014

Ogni epoca ha avuto il suo Boccaccio, ne ha cioè apprezzato e valorizzato un lato dell’opera. E così il VII centenario della nascita, avvenuta nei primi mesi dell’estate del 1313, diviene la migliore occasione per ridefinirne il profilo. La mostra allestita in Biblioteca Medicea Laurenziana si colloca entro un articolato ed ampio panorama di eventi progettati da tempo e in parte già realizzati con l’avvicinarsi della data del centenario. Il catalogo approfondisce e amplia la ricerca ben oltre i confini della mostra: sono più di ottanta, infatti, i codici esaminati e descritti sotto il profilo codicologico e filologico con schede che si accompagnano a saggi generali introduttivi, volti ad esaminare vari aspetti della figura del Boccaccio. 



ANDY WARHOL Una storia americana - Pisa
Palazzo Blu, dal 11 ottobre al 2 febbraio 2014

L’esposizione, curata da Walter Guadagnini e Claudia Beltramo Ceppi, presenterà circa 150 opere, tra cui 20 fotografie Polaroid, in grado di ripercorrere l’itinerario creativo dell’autore che tanto ha rivoluzionato l’arte del XX secolo, grazie alla collaborazione con l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, che custodisce una larga parte dl suo lascito, e al supporto di alcune storiche collezioni, come quelle delle gallerie Sonnabend, Feldman, Goodmann di New York, di musei europei come il Museo d’arte moderna e contemporanea Berardo di Lisbona, il Museo d’arte moderna di Nizza, l’Albertina e il Mumok di Vienna, oltre ad alcuni capolavori da raccolte pubbliche e private italiane, come la Collezione Lucio Amelio o la Collezione Unicredit.  Il percorso individuerà i temi che fanno di Warhol la più emblematica icona del mutamento storico e culturale della seconda metà del Novecento, periodo che ha spostato la centralità dell’arte dall’Europa agli Stati Uniti, attraverso opere quali i Brillo Box, o le Campbell Soup - per la rivoluzione della Pop Art - le grandi tele dedicate ai Most Wanted Men e alle Electric Chair - a sottolineare l’incubo della violenza che lo colpirà drammaticamente - i ritratti di Marylin Monroe, Liz Taylor, ma anche di Mao e Richard Nixon - per trasformare l’immagine in icona universale eterna, con l’approdo a una ricerca più dentro l’arte e la storia della pittura con esiti vicini all’astrazione. La mostra, inoltre, presenterà alcune tele di grande formato come Miths, Dollar, Skull, ma anche i rarissimi portfolio dedicati a Marylin Monroe e alle zuppe Campbell, e ad alcune serie che renderanno visibile la sua evoluzione stilistica, a partire dalla fotografia poi al disegno e infine all’opera su tela, come nel caso di Knives (coltelli), divenuto ancora più nota negli ultimi anni come immagine di copertina di Gomorra, il libro di Roberto Saviano venduto in milioni di copie.

CLEOPATRA, ROMA E L’INCANTESIMO DELL’EGITTO - Roma, Chiostro del Bramante dal 12 ottobre al 02 febbraio 2014
Il Museo Egizio di Torino, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini. Il Museo Nazionale Romano, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Egizio di Firenze. E ancora il British Museum di Londra, il Musée du Louvre di Parigi e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. I più importanti musei del mondo hanno unito le proprie forze, privandosi di pezzi prestigiosi per alcuni mesi, per realizzare una delle più suggestive e spettacolari mostre dell’anno.
Cleopatra torna a Roma dopo 13 anni: l’ultima esposizione rilevante dedicata alla Regina d’Egitto risale infatti al 2000, quando la Fondazione Memmo dedicò un omaggio a Cleopatra, registrando un record assoluto di visitatori per le mostre romane. Segno della passione e dell’entusiasmo che Cleopatra, ancora oggi, è capace di suscitare. A duemila anni dalla sua morte, lo charme e il carisma della regina egiziana rimangono intatti.
La mostra “Cleopatra”, con i suoi 180 capolavori esposti, oltre a raccontarne la vita, per la prima volta approfondisce il rapporto tra Cleopatra e Roma, quando poco più che ventenne conquistò prima Giulio Cesare e poi Marco Antonio, aprendo di fatto la strada a quel rapporto tra potere e sesso che si ripeterà all’infinito nella storia della politica di tutto il mondo.

Artigianato ed ecologia: a Maestri in Fiera monumenti ricavati dai tappi di sughero riciclati. Presenti le opere del maestro Ciro Califano

Uno straordinario esempio di riciclo creativo coniugato all’artigianato artistico. 
Sono le opere d’arte di Ciro Califano, un pensionato-scultore 63enne di Nocera Inferiore (Sa), che realizza monumenti riciclando migliaia di tappi di sughero.
Maestri in Fiera, la mostra dell’artigianato che si terrà dal 6 al 15 dicembre 2013 avrà l’onore di ospitare il maestro Califano che, in circa dieci anni, ha riprodotto miniature di opere architettoniche fedelissime alla realtà, curate in tutti i dettagli, compresi gradini, camere interne, scale a chiocciola, finestre e pavimentazioni.
«Ho cominciato quasi per gioco – racconta – ispirato dalla quantità di tappi accumulati nell’enoteca di famiglia e la mia prima realizzazione è stata il Tempio di Poseidone di Paestum, poi nel tempo sono arrivati Castel del Monte, l’acquedotto di Nimes e il Battistero di Nocera Superiore». 
Tutto quello di cui il maestro ha bisogno, sono un paio di coltelli affilati, colla Vinavil 59, righello, estro e tanta pazienza: con pochi e semplici strumenti, migliaia di tappi, tutti rigorosamente di sughero, rivivono una seconda vita. L’ultima opera in ordine di tempo è il Colosseo, in scala 1 a 200: «Per opere come questa, impiego in media due o tre anni e circa ventimila tappi, di cui mi riforniscono anche amici, clienti e ristoratori da tutta Italia». Le opere del maestro Ciro Califano non sono in vendita: «Ricevo moltissime offerte – dice – Ma per me non hanno prezzo, sono gioielli che considero mie creature». Questa sarà dunque una ragione in più per visitare Maestri in Fiera, che sarà un’occasione unica di per conoscere l’abilità di mani sapienti che danno vita a pezzi unici ed esclusivi. Non solo: la partecipazione di maestri artigiani come Califano, è fortemente rappresentativa dell’identità di Maestri in Fiera, che si è data un preciso obiettivo, ovvero promuovere e valorizzare il Made in Italy di qualità soprattutto laddove abbia risvolti positivi anche dal punto di vista sociale, economico e – appunto – ambientale.

Cultura- A Unisa “Boccaccio angioino”: il convegno per festeggiare l’autore del Trecento

In occasione del VII Centenario della nascita di Giovanni Boccaccio (1313-1375) le Università statali della Campania (la Seconda Università di Napoli, l’Università di Napoli “Federico II”, l’Università di Napoli “L’Orientale” e l’Università di Salerno), proseguendo un progetto di respiro triennale iniziato nel 2011 e circoscrivendo l’ambito dei lavori al tema Boccaccio angioino, formula con la quale intendono sia l’esperienza napoletana dell’Autore sia la cultura angioina nella sua ampiezza e complessità, hanno sottoscritto una convenzione per celebrare il grande Autore del Trecento che nella Napoli angioina fece tutte le sue esperienze decisive: l’apprendimento dei valori della civiltà cortese, la realizzazione delle prime opere, la conoscenza dell’opera di Dante Alighieri. Al termine di una lunga serie di manifestazioni, le tre Università hanno dunque organizzato il convegno, a Napoli e Salerno, nei giorni tra il 23 e il 25 ottobre.  La giornata salernitana, in particolare, si terrà giovedì 24 ottobre, presso l’aula 6 dell’ex Facoltà di Lingue del nostro Ateneo, a partire dalle ore 9, di seguito, il programma.

PROGRAMMA: 24 ottobre 2013, UNIVERSITÀ DI SALERNO, CAMPUS DI FISCIANO

Ore 10. 00 Saluti delle autorità
Ore 10.15
Presiede: SEBASTIANO MARTELLI
EMMA GRIMALDI (Università di Salerno), Per via di festa, lievi risposte". Le "Questioni d'amore" nel IV libro del "Filocolo"
BRUNO FIGLIUOLO  (Università di Udine), Cenni Bardella e (è?) Andreuccio da Perugia
SARAH AXELROD  (Harvard University), A favore della carne impigrita: i valori dell’“Amorosa visione” in epoca angioina
MICHELE RINALDI (Università degli studi di Napoli), Saperi astrologici nella Napoli angioina
TERESA D’URSO ( Seconda Università di Napoli), Per “Boccaccio visualizzato”: i codici napoletani di età angioino-durazzesca
Ore 12.45: Discussione
Ore 13.30: Light lunch 24 ottobre pomeriggio – 15.30
Ore 15
Presiede: GERARDO SANGERMANO
GIUSEPPINA ZANICHELLI (Università di Salerno), La rappresentazione delle virtù a Napoli nell'età di Boccaccio
SERENA MORELLI (Seconda Università di Napoli), Aspetti e problemi della presenza di stranieri a Napoli: strategie di potere e mobilità sociale
PAOLA VITOLO (Università di Catania), Boccaccio, Napoli e la corte angioina: i luoghi, i monumenti, i protagonisti tra parole e immagini
Ore 17
Presiede: MATTEO PALUMBO
FRANCESCA MALAGNINI (Università di Venezia), Il Teseida di Giovanni Boccaccio
PETER SCHWERTSIK (Università di Monaco di Baviera), Le figlie della Notte e di Demogorgonte: a proposito di Boccaccio e di Teodonzio
AMALIA GALDI (Università di Salerno), Poteri, società e culture in Salerno angioina



lunedì 7 ottobre 2013

Metodo Stamina - "Mio figlio non può attendere!"


Riceviamo e pubblichiamo la lettera del padre di Giovanni (9 anni), affetto da un rara malattia e bisognoso del “Metodo Stamina”, al quale ha diritto ad accedere. A stabilirlo, un’ordinanza dei giudici. Eppure la cura compassionevole, unica speranza per lui e la sua famiglia, non è ancora partita. Il bambino rischia la morte in ogni momento.  


“Il piccolo Giovanni Procentese nasce  a Salerno nel gennaio 2004, la sua vita scorre in maniera normale, le prime parole, i primi passi, i primi capricci. Giovanni inizia a correre dietro ad un pallone, va in bicicletta, gli piace il mare  ed ha una gran passione per la musica, la recitazione: cerca di imitare i  personaggi della tv. Poi i primi impegni con la scuola dell’infanzia: all’età di quasi 6 anni inizia la scuola elementare.  Praticamente tutto normale: nulla che potesse far pensare a quello che di lì a qualche anno, la vita, il crudele destino, gli avrebbe riservato. Nel settembre 2010 Giovanni inizia ad avere le prime cadute, cose normali magari alla sua età, iniziano i primi segni di insofferenza e disturbi dell’apprendimento, decidiamo di consultarci  con i medici della Federico II di Napoli ed a distanza di 4-5 mesi, dopo aver escluso  tutte le patologie già conosciute, nell’ aprile del 2011 arriva la tremenda “sentenza” che il piccolo Giovanni di 7 anni e mezzo è affetto dalla Malattia di Niemann-Pick tipo c patologia neurodegenerativa dall’esito infausto, rarissima, solo 25 casi in Italia 500 nel mondo.
 Il 18 Aprile 2011 posso dire che è finita la nostra vita, e siamo entrati nell’inferno più oscuro che un uomo possa mai immaginare di dover vivere, ti senti finito, distrutto anche “colpevole” nei confronti di quell’anima innocente che hai messo al mondo e a cui la malattia cercherà in tutti i modi di strappargli e portargli via la vita. Non esistono cure, il panico lo sconforto ti assale, fino a quando una luce ti appare sotto forma di speranza, il metodo Stamina del professore Vannoni.
Iniziano i contatti, la conoscenza della metodica già dal settembre del 2012 in una riunione svoltasi a Torino. Nel frattempo la malattia avanza e Giovanni continua ad avere gravi episodi di cataplessia che gli procurano vari ricoveri in ospedale con  conseguenze sempre più gravi per il suo organismo, all’età di 8 anni Giovanni perde la funzione dello stimolo dei bisogni e quindi rimettiamo i pannolini, qualche mese dopo a Giovanni vengono diagnosticati gravi problemi di ipoacusia bilaterale, gli vengono applicate delle protesi, riesce solo a camminare grazie alla presa stretta delle mani di noi genitori, iniziano i seri problemi di deglutizione che lo pongono in costante pericolo di vita rischiando in ogni istante episodi di broncopolmonite ab ingestis che si sviluppa a causa dell’ingresso di materiali estranei nell’albero bronchiale, che spesso è mortale.
A dicembre chiediamo di poter accedere alle cure con la  Metodica Stamina come da accordo da protocollo di collaborazione stipulato tra Spedali civili di Brescia e La Stamina Foundation del Prof. Vannoni. Per tutta risposta ci viene comunicato che le cure sono bloccate e pertanto non è possibile accedervi. Inizia cosi una delle battaglie più sporche che si possano combattere per ottenere il diritto a curarsi, come se l’art 32 della costituzione italiana fosse interpretabile o inesistente per qualcuno. Il 2 febbraio presentiamo reclamo al Tribunale di Salerno per accedere alle cure compassionevoli e il giorno 18 Marzo il giudice ordina agli Spedali di iniziare le cure d’urgenza. Da Brescia iniziano a non ottemperare neanche alle ordinanze dei giudici. Nel mese di aprile presento reclamo  nuovamente in tribunale e Giovanni ottiene un ulteriore provvedimento che impone ancora una volta agli Spedali di somministrare la cura al piccolo. Passano i giorni, i mesi e Giovanni continua ad essere ignorato, scavalcato nelle liste di attesa
e non inizia la cura. I signori avvocati degli Spedali di Brescia, in una delle tante loro ignobili difese, affermano di aver collocato Giovanni nella lista di attesa già dal marzo scorso. Intanto sentenze successive a quella di Giovanni hanno accesso alle cure in alcuni casi già sono alla terza infusione. Complici della stessa malattia, i signori dirigenti dell’ospedale stanno ammazzando Giovanni, negandogli la cura senza motivo e con una ferocia ignobile nel non dare risposte sul perché Giovanni nonostante sentenza del 18 marzo non ha avuto accesso alla cura, perché ? perché? ci sarà qualcuno che lo scoprirà, nel frattempo Giovanni qualche settimana fà, ha rischiato ancora una volta di morire bevendo della semplice acqua.
Dall’ospedale San Leonardo di Salerno è stato dichiarato in costante pericolo di morte, anche questa ultima certificazione, accompagnata da diffida a procedere è stata notificata all’ospedale di Brescia, ad oggi nessuna risposta nulla, nessun segnale, con atteggiamento criminale Brescia continua ad ignorare Giovanni che intanto attende …attende… attende… ma la malattia non attende e purtroppo va avanti spedita.
Piccolo mio, continuerò a combattere per renderti giustizia, insieme a te fino all’ultimo respiro”.

Il papà del piccolo Giovanni