Riceviamo e pubblichiamo la lettera del padre di Giovanni (9 anni), affetto da un rara malattia e bisognoso del “Metodo Stamina”, al
quale ha diritto ad accedere. A stabilirlo, un’ordinanza dei giudici. Eppure la
cura compassionevole, unica speranza per lui e la sua famiglia, non è ancora partita. Il bambino rischia la morte in ogni momento.
“Il piccolo Giovanni Procentese
nasce a Salerno nel gennaio 2004, la sua vita scorre in maniera normale,
le prime parole, i primi passi, i primi capricci. Giovanni inizia a correre
dietro ad un pallone, va in bicicletta, gli piace il mare ed ha una gran
passione per la musica, la recitazione: cerca di imitare i personaggi
della tv. Poi i primi impegni con la scuola dell’infanzia: all’età di quasi 6
anni inizia la scuola elementare. Praticamente tutto normale: nulla che
potesse far pensare a quello che di lì a qualche anno, la vita, il crudele
destino, gli avrebbe riservato. Nel settembre 2010 Giovanni inizia ad avere le
prime cadute, cose normali magari alla sua età, iniziano i primi segni di
insofferenza e disturbi dell’apprendimento, decidiamo di consultarci con
i medici della Federico II di Napoli ed a distanza di 4-5 mesi, dopo aver
escluso tutte le patologie già conosciute, nell’ aprile del 2011 arriva
la tremenda “sentenza” che il piccolo Giovanni di 7 anni e mezzo è affetto
dalla Malattia di Niemann-Pick tipo c patologia neurodegenerativa
dall’esito infausto, rarissima, solo 25 casi in Italia 500 nel mondo.
Il 18 Aprile 2011 posso
dire che è finita la nostra vita, e siamo entrati nell’inferno più oscuro che
un uomo possa mai immaginare di dover vivere, ti senti finito, distrutto anche
“colpevole” nei confronti di quell’anima innocente che hai messo al mondo e a
cui la malattia cercherà in tutti i modi di strappargli e portargli via la
vita. Non esistono cure, il panico lo sconforto ti assale, fino a quando una
luce ti appare sotto forma di speranza, il metodo Stamina del professore
Vannoni.
Iniziano i contatti, la
conoscenza della metodica già dal settembre del 2012 in una riunione svoltasi a
Torino. Nel frattempo la malattia avanza e Giovanni continua ad avere
gravi episodi di cataplessia che gli procurano vari ricoveri in ospedale
con conseguenze sempre più gravi per il suo organismo, all’età di 8 anni
Giovanni perde la funzione dello stimolo dei bisogni e quindi rimettiamo i
pannolini, qualche mese dopo a Giovanni vengono diagnosticati gravi problemi di
ipoacusia bilaterale, gli vengono applicate delle protesi, riesce solo a
camminare grazie alla presa stretta delle mani di noi genitori, iniziano i seri
problemi di deglutizione che lo pongono in costante pericolo di vita rischiando
in ogni istante episodi di broncopolmonite ab ingestis che si sviluppa a causa
dell’ingresso di materiali estranei nell’albero bronchiale, che spesso è
mortale.
A dicembre chiediamo di poter
accedere alle cure con la Metodica Stamina come da accordo da protocollo
di collaborazione stipulato tra Spedali civili di Brescia e La
Stamina Foundation del Prof. Vannoni. Per tutta risposta ci viene
comunicato che le cure sono bloccate e pertanto non è possibile accedervi. Inizia
cosi una delle battaglie più sporche che si possano combattere per ottenere il
diritto a curarsi, come se l’art 32 della costituzione italiana fosse
interpretabile o inesistente per qualcuno. Il 2 febbraio presentiamo
reclamo al Tribunale di Salerno per accedere alle cure compassionevoli e il
giorno 18 Marzo il giudice ordina agli Spedali di iniziare le cure
d’urgenza. Da Brescia iniziano a non ottemperare neanche alle ordinanze
dei giudici. Nel mese di aprile presento reclamo nuovamente in tribunale
e Giovanni ottiene un ulteriore provvedimento che impone ancora una volta agli
Spedali di somministrare la cura al piccolo. Passano i giorni, i mesi e
Giovanni continua ad essere ignorato, scavalcato nelle liste di attesa
e non inizia la cura. I signori
avvocati degli Spedali di Brescia, in una delle tante loro ignobili difese,
affermano di aver collocato Giovanni nella lista di attesa già dal marzo
scorso. Intanto sentenze successive a quella di Giovanni hanno accesso alle
cure in alcuni casi già sono alla terza infusione. Complici della stessa
malattia, i signori dirigenti dell’ospedale stanno ammazzando Giovanni,
negandogli la cura senza motivo e con una ferocia ignobile nel non dare
risposte sul perché Giovanni nonostante sentenza del 18 marzo non ha avuto
accesso alla cura, perché ? perché? ci sarà qualcuno che lo scoprirà, nel
frattempo Giovanni qualche settimana fà, ha rischiato ancora una volta di
morire bevendo della semplice acqua.
Dall’ospedale San Leonardo di
Salerno è stato dichiarato in costante pericolo di morte, anche questa ultima
certificazione, accompagnata da diffida a procedere è stata notificata
all’ospedale di Brescia, ad oggi nessuna risposta nulla, nessun segnale, con atteggiamento
criminale Brescia continua ad ignorare Giovanni che intanto attende …attende…
attende… ma la malattia non attende e purtroppo va avanti spedita.
Piccolo mio, continuerò a
combattere per renderti giustizia, insieme a te fino all’ultimo respiro”.
Il papà del piccolo
Giovanni
leggo con rabbia e tristezza!non si può combattere anche contro i medici.Dopo il servizio delle Iene in tv l'opinione pubblica si è sensibilizzata,ma non basta.tutti noi dobbiamo stare vicino a queste persone.come è possibile che i medici non capiscono il peso di queste famiglie!non possono aspettare.la ricerca sul metodo stamina deve andare avanti,oltre tutti gli interessi economici delle grandi case farmaceutiche!
RispondiEliminai medici di Brescia dovrebbero provare vergogna!!! :/
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RispondiEliminaBisognerebbe far provare sulla pelle di magistrati, politici e medici quello che provano le famiglie che non hanno piu' speranze e che si vedono portar via figli, parenti, madri, mogli e padri da malattie strazianti. Negano l'eutanasia e negano anche le ultime speranze di vita, ma in che paese viviamo? Quello dell'alimentazione forzata, del tenere a tutti i costi in vita uomini e donne consumate dalle malattie e dal dolore. Bisognerebbe far provare, anche solo per un giorno, quelle sofferenze a chi ha il potere di legiferare e giocare con la vita altrui. Ma bisognerebbe farlo provare a tutti coloro che non riescono a capire che significa il dolore, magari vivremmo in un mondo migliore. Ma questa è solo utopia.
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