di Angela Avallone
E’ novità di questo secolo
l’apertura della società nei confronti del mondo della disabilità: che sia vera
o di facciata non sta di certo a me giudicarlo.
Ma c’è una cosa,tra le tante,che mi infastidisce e mi esaspera
oltremodo.
Vedo di continuo persone “normodotate” complimentarsi con chi vive
una condizione diversa dalla propria.
Mi diverto ad osservare le espressioni stupite di chi apprende che
anche i diversamente abili possono fare sport,neanche si stesse parlando di una
spedizione sulla luna.
Non capisco. Non capisco perché ogni cosa per altri
normalissima,fatta da noi diventa qualcosa di impensabile e straordinario.
Non capisco perché al concetto di disabile si associ sempre quello
di una vita vuota,passiva: senza obbiettivi ne sproni. Come se tutto finisse
bloccato a quei quattro pezzi di ferro che ci tengono le gambe
Mi piacerebbe vivere in un mondo che riesca a considerarmi
normale,non straordinaria. Ne forte: non sono mai stata forte e non lo sarò
mai,nessuno lo è abbastanza per la vita in generale: che sia su due ruote o su
due piedi.
Non credo si tratti di forza,semmai si può parlare di rispetto per
la vita e per se stessi.
Di voglia di vivere. Ecco: un’altra cosa che odio.
Quando si parla di quelli come me..a seguire la frase “voglia di vivere “ c’è sempre
quella cazzata di “nonostante tutto”.
Io non ho mai capito precisamente questo tutto cosa contenga.
Spiegatemelo,se ci riuscite . Io non ho niente che mi fermi,se non il fatto di
vivere in una società finto- comprensiva e assurdamente ignorante.
Quindi,visto che le uniche cose che mi ostacolano in concreto,sono le persone trasformerei volentieri
quel tanto rimarcato “nonostante tutto” in uno scomodissimo “nonostante tutti”
Non sono io il problema,sono gli altri.
E vi prego: se vi trovate a gestire iniziative mirate nel campo
della disabilità evitate di farlo apparire come un gesto caritatevole e
misericordioso (di certo non vi assicura
il paradiso), provate semplicemente a pensare di stare rispettando questa
frase:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Art. 3,Diritti
Fondamentali,Costituzione Italiana: una scartoffia di cui sicuramente avrete
sentito parlare una volta nella vita.
Nessun commento:
Posta un commento