di Rosanna Gentile
Dopo la lava che
nel 79 d.c. sommerse ogni angolo, Pompei non è mai più stata veramente al
sicuro. Se ne parla in continuazione, tra cancelli chiusi e crolli che
si sono intensificati negli ultimi due anni. Eppure c’è un ulteriore rischio
che la farebbe morire definitivamente. Questa volta ad ucciderla non sarebbe la lava o i
lapilli del Vesuvio, bensì l’incuria che ogni giorno aumenta il rischio
abbandono dell'area e potrebbe portare alla sua cancellazione dall’elenco
dei siti Patrimonio dell’Unesco.
Pompei nella black
list delle Nazioni Unite dove sono elencati tutti i beni storici a rischio distruzione?
Per fortuna ancora no, ma potrebbe succedere. Sebbene gli
ispettori, qualche mese fa, abbiano deciso di non inserire il sito nella lista
dei luoghi in pericolo, resta un
corposo dossier di 50 pagine in cui si evidenziano le problematiche del sito archeologico
e si raccomanda un lavoro programmato di manutenzione che eviti gli sprechi di
fondi economici, da compiersi in tempi stabiliti. Ma non finisce qui: oltre la
completa riorganizzazione dei lavori di restauro all'interno della Pompei antica, chi è responsabile dovrà tenere un occhio aperto anche fuori, per evitare il
rischio di cementificazione incontrollata che si respira costantemente nei
pressi dell’area monumentale.
Discorso rimandato al
prossimo “tagliando”, quando Pompei potrebbe finire nella lista nera dell’Unesco
se il Grande Progetto (con i suoi 105 milioni di euro di investimenti pubblici)
non dovesse apportare progressi in due anni. Allo scadere del 2015, infatti,
gli ispettori delle Nazioni Unite torneranno a verificare le allora condizioni
dell’area e prenderanno delle decisioni sul suo futuro.
Intanto, con un
comunicato stampa, l’associazione dei Consumatori Codacons ha diffuso la
notizia che ha denunciato i responsabili del degrado di Pompei alla Corte dei
Conti, affinché siano gli stessi funzionari responsabili a rimborsare i 100
milioni di euro che il sito archeologico perderebbe se uscisse dall’elenco siti
protetti dall’Unesco.
Nel comunicato
pubblicato stamane sul sito ufficiale (www.codacons.it) si legge:
“Alla magistratura contabile abbiamo
chiesto di aprire una indagine al fine di verificare eventuali illeciti o
utilizzi impropri del denaro pubblico legati al sito archeologico, che
configurerebbero un evidente danno erariale per la collettività. Qualora Pompei
dovesse poi uscire dai siti considerati "patrimonio dell'umanità",
chiederemo che i responsabili di tale sfacelo rispondano con i propri beni
personale per i danni arrecati al paese”.
per recuperare la zona Pompei occorrono altri dirigenti e altro personale, gli attuali ... ma come li hanno reclutati? girano la faccia e fanno finta di non vedere lo scempio che giornalmente si compie. Angelo
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